venerdì 16 settembre 2016

FIRMATO IL PRIMO PROTOCOLLO NEL LAZIO PER 'TETRAPARESI'. NE PARLA 'VANITY FAIR'

La mamma è arrivata a scuola, a prenderlo, prima del previsto. Lo ha trovato in uno sgabuzzino con una stufetta elettrica, qualche materasso appoggiato al muro e una stuoietta macchiata su cui veniva cambiato. Quella era l’aula di sostegno a disposizione di Marco, 9 anni, un bimbo in carrozzina con una grave disabilità cerebrale e fisica, che aveva appena iniziato da un paio di mesi la prima elementare nella scuola Tullia Zevi di Casal Palocco, vicino a Ostia.

Un bambino che, grazie a un grande lavoro dei genitori e dell’Anffas (associazione di famigliari di persone con disabilità intellettiva e/orelazionale), insieme alla scuola materna, ride, riesce a raggiungere glioggetti con un braccio, segue i dialoghi e riconosce le voci dei familiari. E che, quindi, «in un ambiente favorevole, risponde bene agli stimoli», spiegaStefano Galloni, direttore generale Anffas Ostia onlus. «Certo non in un ripostiglio, solo, con un operatore, mentre i compagni stanno in classe».


La mamma del bimbo aveva pubblicato immediatamente una foto di quello stanzino sul suo profilo Facebook, un’immagine che è stata condivisa migliaia di volte e ha suscitato indignazione in tutta Italia. «Arrivo senza preavviso e trovo davanti ai miei occhi questo lager», aveva scritto la mamma del bimbo: «Tappeto giallo, sudicio e usato da anni come base per cambiargli il pannolino» Marco, che risentiva di questa situazione, non è più tornato a scuola.

«Pensare che i servizi sociali hanno anche denunciato i genitori per abbandono del percorso scolastico del figlio. Una denuncia che poi, per fortuna, hanno ritirato», continua Galloni.

E finalmente, oggi, ci sono buone notizie. «Grazie alla legge 67 del 2006, contro le discriminazioni dirette e indirette, l’Anffas può patrocinare in giudizio, nelle cause di persone con disabilità: ci costituiremo parte civile. Intanto, però, abbiamo avviato i colloqui con le istituzioni, e insieme alla scuola e all’Asl, abbiamo potuto sottoscrivere un protocollo che garantisce ai bambini disabili il diritto allo studio».

Un protocollo che sarà un punto di riferimento per tutta l’Italia, un modello. «Abbiamo tracciato le linee guida peraffiancare agli insegnanti i nostri educatori professionali, che rappresenteranno un aiuto e un sostegno. In questo modo si garantirà il pieno rispetto dei diritti di tutti».

E Marco potrà tornare a scuola: «Ci siamo sostituiti allo stato, consegnando all’istituto Tullia Zevi di Casal Palocco un sollevatore, un letto completo di sponde con materasso e un banco speciale. Così sarà una delle poche scuole di Roma in linea con le normative statali. Quando si investe sulle persone si trovano sempre le migliori idee – conclude Galloni – per essere inclusi e non essere discriminati».


Monica Coviello 'Vanity Fair' (clicca qui per leggere l'articolo)

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