CONTRO IL CYBERBULLISMO
“Per
quanto riguarda il cyberbullismo - sottolinea la dottoressa Trivellato -
abbiamo aderito a un progetto europeo. Le lezioni si tengono nello stabile di viaMaccari ad Acilia, bene confiscato alla mafia oggi trasformato nella sede di unimportante progetto sull’autismo e di un’agenzia per la formazione el’inserimento lavorativo delle persone con disabilità”.
“Con il
progetto sul cyberbullismo - afferma Roberta Speziale, main trainer per Anffas del progetto
Safesurfing - contiamo di raggiungere circa mille ragazzi con disabilità
intellettiva in tutta Italia utilizzando seminari e corsi online interattivi.
Oggi l’uso degli strumenti tecnologici oggi non rappresenta più un’area
preclusa ai ragazzi con disabilità intellettiva. Le lezioni si svolgono ‘in
diretta’ mentre i video informativi sono stati realizzati (attori e doppiatori)
da ragazzi con disabilità. Ci sono consigli pratici sulle precauzioni da
utilizzare per evitare che vengano rubate le password del proprio profilo,sulle foto da postare, le informazioni da condividere o le amicizie da‘accettare’ e con le quali interagire. Informazioni non solo teoriche ma anche
tecniche: per esempio come bloccare delle persone che ci infastidiscono sui
social. E soprattutto su cosa fare nel caso di esperienze spiacevoli come casi di
cyberbullismo, molestie, furti o usi inappropriati dei dati”.
Si chiama Progetto Ribelle ed è portato avanti da Anffas Ostia Onlus in primapersona.“Abbiamo vissuto sulla nostra pelle episodi di bullismo ediscriminazione. Per questo abbiamo agito in prima battuta sulla integrazionedel ragazzo nel gruppoe sulla ‘stima’ - sottolinea la neuropsichiatra infantile di Anffas Ostia
Onlus, Simona Pennacchia -. Siamo partiti curando cose all’apparenza banali ma
assolutamente importanti per degli adolescenti: la scelta dei vestiti adatti,
l’abbinamento dei colori, il trucco, prendere confidenza con i mezzi pubblici e
acquisire il senso del denaro, tutti elementi che possono favorire l’inclusione
e rendere i ragazzi il più possibile autonomi. Per poi concentrarci sul lato
più interiore: la conoscenza di se stessi in un periodo difficile come
l’adolescenza, vivere le proprie emozioni, la propria sessualità, con un corpo
che cambia, valorizzare i rapporti veri per fare in modo che le case non si
trasformino in prigioni dorate ma che siano propri i ragazzi a rompere quelle
barriere che spesso i genitori alzano. Il progetto è durato un anno con
incontri settimanali sia di gruppo che singoli”.
- L'articolo sul Corriere della Sera... clicca qui
- Il servizio su Isoradio... clicca qui
- Il servizio di Canale Dieci... clicca qui
- L'intervista su Radio Campus Cusano... clicca qui
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