Il lavoro incide sulla qualità della vita delle persone con disabilità. Chi
ha una occupazione stabile conduce livelli di vita significativamente migliori
rispetto a chi non ne ha. Lo rivela uno studio, Matrici Ecologiche, che ha
coinvolto 1298 persone con disabilità intellettiva provenienti da 23 strutture
associative Anffas Onlus collocate in 13 Regioni Italiane. Lo studio, durato un anno, è stato finanziato per l’alta scientificità dal
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ed è stato portato avanti dalla Ghent University, l'universitat de Barcelona, l'Università
Cattolica del Sacro Cuore di Brescia e l'Università degli Studi di Milano. Alla luce di questi risultati e da un concetto spesso dimenticato, che l’autodeterminazione
delle persone con disabilità passa in primis dal diritto all’occupazione come
previsto dall'articolo
1 della L. 68/99, Anffas Ostia Onlus ha inaugurato una agenzia per l’inserimento lavorativo
delle persone con disabilità (la sede è in uno stabile confiscato alla mafia nel
X Municipio). E avviato una serie di corsi di formazione che migliorino lecompetenze di ragazzi con disabilità intellettiva e/o relazionale.
Il corso di
formazione, formerà barman e banchisti bar con disabilità e terminerà il 22dicembre con la parte teorica, per proseguire poi con il tirocinio di un mese
circa, dopo valutazione delle specifiche competenze professionali acquisite dai
partecipanti da parte dell'équipe Anffas Ostia.
L’obiettivo
è formare personale qualificato e arrivare a un inserimento lavorativo stabile,
come peraltro previsto dalla legge 68/99 sulle “norme per il diritto al lavoro
dei disabili” totalmente ignorata purtroppo in Italia. Il corso si concluderà
con un attestato di merito, valido e veritiero, per poi concludersi appunto con
un tirocinio, per sperimentare “sul campo” quanto appreso e/o consolidato nel
percorso formativo, strutturato peraltro - anche per la parte teorica - secondo
i principi della “action learning”, “coperative learning” e del “problem
solving” personale e socio-relazionale.
Il corso si svolgerà in tre step
- Il corso base. Servirà ad acquisire le norme base di comportamento e competenze del ruolo di banchista e cameriere di sala. Quindi: saper preparare un caffè, servire ai tavoli, versare un bicchieri di vino, acqua, succo a un cliente, accoglierlo secondo i canoni del ‘ricevimento’ e del ‘bon ton’. Saper riconoscere un caffè, le sue caratteristiche e la sua conoscenza storica, l’utilizzo della macchina da lavoro.
- Il corso intermedio. Servirà a familiarizzare con le macchine da lavoro: una
macchina da caffè professionale, macinadosatore, lavastoviglie, addolcitore. Oltre
all’uso manuale sarà insegnato a manutenere gli apparecchi e le metodologie
necessarie a pulirle.
- Il corso avanzato. Servirà ad acquisire le conoscenze lavorative
specifiche del mestiere: stare al banco, accogliere la domanda del cliente in questo
caso più complessa e reale rispetto al corso base. Saper montare il latte,
stare al banco, preparare e servire orzo, thé, ginseng. Competenze per barman: bevande
alcoliche (cocktail base, uso dello shaker, fabbricatore di ghiaccio, etc.) e
analcoliche. Conoscenza della gastronomia, servizio al banco, conoscenza della
filiera del caffè. Conoscenza della qualità del caffè e del servizio: caffè
ricchi di caffeina e dal gusto più forte da servire in mattina o nella prima
metà della giornata, mentre quelli più aromatici e caratterizzati da meno
caffeina da proporre nelle fasce pomeridiani e serali. Pressione della moka,
macinatura del caffe, pulizie di fine servizio.
Al termine
del corso (attualmente partecipano 4 ragazzi e 2 ragazze di età compresa tra i
18 e i 30 anni) impareranno svolgere le seguenti mansioni:
- la macchina del caffè: saper fare un caffè, utilizzare una macchina da
caffè professionale, il macinino, conoscenza della miscela, pulizia delle
doccette, della vaschetta e degli scarichi
- il macinadosatore: macinatura, estrazione del caffè a 7 gr, il caffè
sovra estratto e sotto estratto
- la lavastoviglie: come è fatta, come funziona, il sapone, il brillantante
e le pompe, il lavaggio a mano, la pulizia e gli scarichi
- la depurazione: la cartuccia, depuratore automatico, la bombola a numeri
(saper fare il sale, la bombola a levette (saper fare il sale)
- l’orziera: uso, pulizia e manutenzione
- caffetteria: “saper fare” un caffè (ristretto, lungo, americano,
macchiato caldo/freddo, caffè latte, marocchino). Saper montare il latte: il
cappuccino. Orzo e ginseng. Saper fare e servire un thè. Saper montare una
cioccolata calda.
- Gli alcolici e gli analcolici. Cocktail base (uso dello shaker,
fabbricatore di ghiaccio, etc.)
- gastronomia: uso degli strumenti da gastronomia (coltelli, spatola, etc.),
la conoscenza degli ingredienti, saper preparare tramezzini e panini.
“Grazie a
Matrici Ecologiche, studio condotto da 13 sedi Anffas in tutta Italia su 1298
persone con disabilità finanziato dal ministero del Lavoro e delle politiche
sociali per la sua alta scientificità, oggi abbiamo oltre duemila database
informatizzati con tutta una serie di informazioni - spiega il
presidente di Anffas Ostia Onlus, Ilde Plateroti -. Non solo gli
aspetti sanitari o clinici del singolo utente, ma anche le loro aspettative e
desideri. Quei desideri hanno dimostrato che chi svolge attività lavorative
conduce livelli di vita significativamente migliori rispetto a chi non ne ha. E
che la quasi totalità delle persone con disabilità vuole un’occupazione e
raggiungere la propria autodeterminazione proprio attraverso un lavoro. Per
questo abbiamo puntato sull’inserimento lavorativo dei nostri ragazzi
attraverso la creazione di un’agenzia lavoro e di corsi di formazione. Tutto questo è
finalizzato non solo a ottenere un contratto di lavoro, ma a creare le
condizioni affinché i ragazzi siano una risorsa per sé e per le imprese che li
assumeranno, al pari di ogni lavoratore, che è poi l'obiettivo principe della
rete Anffas in Italia per il lavoro di cui siamo parte. In questo modo vogliamo
dare l’opportunità a tutti, anche alle persone con disabilità, di costruire il
proprio futuro in ambito lavorativo promuovendo specificatamente l'inserimento
e l’integrazione lavorativa delle persone con disabilità attraverso servizi di consulenza,
sostegno e la realizzazione del cosiddetto principio del collocamento mirato. L’inserimento lavorativo delle persone
con disabilità con alto e medio funzionamento consentirà inoltre di poter
liberare risorse economiche e servizi per persone con disabilità grave che non
possono aspirare a una occupazione”.
“È comprovato
ormai che la soddisfazione personale, il miglioramento della qualità di vita e
la partecipazione alla comunità siano centrali in un sostegno clinico,
abilitativo, educativo, psicosociale, finalizzato dunque al miglioramento delle
condizioni di salute - sottolinea il direttore sanitario di Anffas Ostia
Onlus, Francesco Cesarino -. Nel corso degli ultimi 15-20 anni, l’esame
della letteratura scientifica, lo sviluppo normativo correlato allo welfare
sociale, sanitario ed educativo e le pratiche dei servizi, dedicati alle
disabilità intellettive ed evolutive, si sono via via indirizzati verso
prospettive più decisamente orientate al miglioramento della qualità di vita e
dell’inclusione. L’aspirazione a una ‘buona vita’, a una vita di benessere,
soddisfazione e felicità, accompagna l’umanità probabilmente sin dalla sua
nascita e trova riscontro già nelle teorizzazioni dei più antichi filosofi. È a
partire, però, dalla seconda metà del 900 che l’interesse per la qualità di
vita (QdV) è divenuto più consistente, grazie soprattutto alla promulgazione
della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. La
qualità della vita è un concetto che non vale solo per le persone non disabili
e anzi si è sviluppato negli ultimi anni fino a diventare centrale, anche
grazie alla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, trattato
internazionale, è bene ricordarlo, ratificato da ben 153 Paesi del mondo, che
si prefigge di garantire il
rispetto dei diritti umani, delle libertà fondamentali e della dignità delle persone con disabilità e la rimozione delle
forme specifiche di
discriminazione che le affliggono. La Convenzione impone un nuovo modello di disabilità e pone la necessità che ciascuna persona con disabilità
goda di pari opportunità e sia pienamente
inclusa nella società, ricollocando la questione nell’ambito dell’universalità di quei diritti
fondamentali di cui ognuno di noi è titolare in quanto essere umano. Nell’ambito del
movimento per l’affermazione del modello di disabilità basato sui diritti umani
la qualità di vita è dunque stata identificata come argomento chiave sul quale
concentrare l’attenzione. La QdV ha quindi strettamente a che vedere con la
vita delle persone con disabilità e con la garanzia che alle stesse, in quanto
cittadini, siano garantiti gli stessi diritti umani di tutti gli altri membri
della società”.
“I
contenuti formativi e informativi saranno veicolati da formatori e da tutor che
fungeranno da modello di comportamento per i ragazzi - afferma l’Assistente
Sociale Coordinatrice Patrizia Trivellato, referente per l’Agenzia Lavoro per
le persone con disabilità dell’associazione -. Fondamentale sarà sviluppare in
loro le capacità di apprendere dagli altri e dai propri errori e il concetto di
‘saper fare’ con ‘responsabilità’. Sarà proprio il saper fare ad accrescere la
consapevolezza personale e quindi fiducia e autostima. Quando si lavora con
competenza si percepisce il senso del lavoro, la sua importanza, si assume consapevolezza
di se stessi, il senso d’utilità sociale e la definizione di sé nel mondo:
concetti determinanti nell’autodeterminazione e nell’autorappresentazione
personale. La realizzazione dei processi formativi e informativi descritti
avrà, quindi, come risultato l’acquisizione di esperienze ed abilità realmente
acquisite e concretamente spendibili sul mercato del lavoro, verificate attraverso
la somministrazione di griglie valutative sulla base di indicatori condivisi da parte
dell’équipe e tesi ad analizzare sia le competenze professionali specifiche di ciascun
partecipante sia proprio le ricadute effettive in termini di QdV personale - aspettative,
desideri, autorappresentazione, autodeterminazione, partecipazione,
soddisfazione personale, abilità relazionali -. La somministrazione di test e/o
griglie valutative sarà a tal fine determinata dai formatori e dall’équipe
all’inizio del percorso e al termine di ciascuno dei tre step previsti, valutando
nel concreto la possibilità di accedere al corso successivo per il
raggiungimento degli obiettivi previsti. Tutto questo per il conseguimento di
un reale attestato, immediatamente utilizzabile dai ragazzi nel tessuto
lavorativo locale, centrato nel territorio della Città Metropolitana di Roma
Capitale particolarmente sul settore commerciale e ricettivo”.
Nessun commento:
Posta un commento