giovedì 5 novembre 2015

CAFFE', CORNETTO E COCKTAIL: PARTONO I CORSI DI FORMAZIONE PER BARMAN CON DISABILITA'

Il lavoro incide sulla qualità della vita delle persone con disabilità. Chi ha una occupazione stabile conduce livelli di vita significativamente migliori rispetto a chi non ne ha. Lo rivela uno studio, Matrici Ecologiche, che ha coinvolto 1298 persone con disabilità intellettiva provenienti da 23 strutture associative Anffas Onlus collocate in 13 Regioni Italiane. Lo studio, durato un anno, è stato finanziato per l’alta scientificità dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ed è stato portato avanti dalla Ghent University, l'universitat de Barcelona, l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia e l'Università degli Studi di Milano. Alla luce di questi risultati e da un concetto spesso dimenticato, che l’autodeterminazione delle persone con disabilità passa in primis dal diritto all’occupazione come previsto dall'articolo 1 della L. 68/99, Anffas Ostia Onlus ha inaugurato una agenzia per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità (la sede è in uno stabile confiscato alla mafia nel X Municipio). E avviato una serie di corsi di formazione che migliorino lecompetenze di ragazzi con disabilità intellettiva e/o relazionale.

Il corso di formazione, formerà barman e banchisti bar con disabilità e terminerà il 22dicembre con la parte teorica, per proseguire poi con il tirocinio di un mese circa, dopo valutazione delle specifiche competenze professionali acquisite dai partecipanti da parte dell'équipe Anffas Ostia.

L’obiettivo è formare personale qualificato e arrivare a un inserimento lavorativo stabile, come peraltro previsto dalla legge 68/99 sulle “norme per il diritto al lavoro dei disabili” totalmente ignorata purtroppo in Italia. Il corso si concluderà con un attestato di merito, valido e veritiero, per poi concludersi appunto con un tirocinio, per sperimentare “sul campo” quanto appreso e/o consolidato nel percorso formativo, strutturato peraltro - anche per la parte teorica - secondo i principi della “action learning”, “coperative learning” e del “problem solving” personale e socio-relazionale.

Il corso si svolgerà in tre step

- Il corso base. Servirà ad acquisire le norme base di comportamento e competenze del ruolo di banchista e cameriere di sala. Quindi: saper preparare un caffè, servire ai tavoli, versare un bicchieri di vino, acqua, succo a un cliente, accoglierlo secondo i canoni del ‘ricevimento’ e del ‘bon ton’. Saper riconoscere un caffè, le sue caratteristiche e la sua conoscenza storica, l’utilizzo della macchina da lavoro.

- Il corso intermedio. Servirà a familiarizzare con le macchine da lavoro: una macchina da caffè professionale, macinadosatore, lavastoviglie, addolcitore. Oltre all’uso manuale sarà insegnato a manutenere gli apparecchi e le metodologie necessarie a pulirle.

- Il corso avanzato. Servirà ad acquisire le conoscenze lavorative specifiche del mestiere: stare al banco, accogliere la domanda del cliente in questo caso più complessa e reale rispetto al corso base. Saper montare il latte, stare al banco, preparare e servire orzo, thé, ginseng. Competenze per barman: bevande alcoliche (cocktail base, uso dello shaker, fabbricatore di ghiaccio, etc.) e analcoliche. Conoscenza della gastronomia, servizio al banco, conoscenza della filiera del caffè. Conoscenza della qualità del caffè e del servizio: caffè ricchi di caffeina e dal gusto più forte da servire in mattina o nella prima metà della giornata, mentre quelli più aromatici e caratterizzati da meno caffeina da proporre nelle fasce pomeridiani e serali. Pressione della moka, macinatura del caffe, pulizie di fine servizio.  

Al termine del corso (attualmente partecipano 4 ragazzi e 2 ragazze di età compresa tra i 18 e i 30 anni) impareranno svolgere le seguenti mansioni:

- la macchina del caffè: saper fare un caffè, utilizzare una macchina da caffè professionale, il macinino, conoscenza della miscela, pulizia delle doccette, della vaschetta e degli scarichi
- il macinadosatore: macinatura, estrazione del caffè a 7 gr, il caffè sovra estratto e sotto estratto
- la lavastoviglie: come è fatta, come funziona, il sapone, il brillantante e le pompe, il lavaggio a mano, la pulizia e gli scarichi
- la depurazione: la cartuccia, depuratore automatico, la bombola a numeri (saper fare il sale, la bombola a levette (saper fare il sale)
- l’orziera: uso, pulizia e manutenzione
- caffetteria: “saper fare” un caffè (ristretto, lungo, americano, macchiato caldo/freddo, caffè latte, marocchino). Saper montare il latte: il cappuccino. Orzo e ginseng. Saper fare e servire un thè. Saper montare una cioccolata calda.
- Gli alcolici e gli analcolici. Cocktail base (uso dello shaker, fabbricatore di ghiaccio, etc.)
- gastronomia: uso degli strumenti da gastronomia (coltelli, spatola, etc.), la conoscenza degli ingredienti, saper preparare tramezzini e panini.

“Grazie a Matrici Ecologiche, studio condotto da 13 sedi Anffas in tutta Italia su 1298 persone con disabilità finanziato dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali per la sua alta scientificità, oggi abbiamo oltre duemila database informatizzati con tutta una serie di informazioni - spiega il presidente di Anffas Ostia Onlus, Ilde Plateroti -. Non solo gli aspetti sanitari o clinici del singolo utente, ma anche le loro aspettative e desideri. Quei desideri hanno dimostrato che chi svolge attività lavorative conduce livelli di vita significativamente migliori rispetto a chi non ne ha. E che la quasi totalità delle persone con disabilità vuole un’occupazione e raggiungere la propria autodeterminazione proprio attraverso un lavoro. Per questo abbiamo puntato sull’inserimento lavorativo dei nostri ragazzi attraverso la creazione di un’agenzia lavoro e di corsi di formazione. Tutto questo è finalizzato non solo a ottenere un contratto di lavoro, ma a creare le condizioni affinché i ragazzi siano una risorsa per sé e per le imprese che li assumeranno, al pari di ogni lavoratore, che è poi l'obiettivo principe della rete Anffas in Italia per il lavoro di cui siamo parte. In questo modo vogliamo dare l’opportunità a tutti, anche alle persone con disabilità, di costruire il proprio futuro in ambito lavorativo promuovendo specificatamente l'inserimento e l’integrazione lavorativa delle persone con disabilità attraverso servizi di consulenza, sostegno e la realizzazione del cosiddetto principio del collocamento mirato. L’inserimento lavorativo delle persone con disabilità con alto e medio funzionamento consentirà inoltre di poter liberare risorse economiche e servizi per persone con disabilità grave che non possono aspirare a una occupazione”.

“È comprovato ormai che la soddisfazione personale, il miglioramento della qualità di vita e la partecipazione alla comunità siano centrali in un sostegno clinico, abilitativo, educativo, psicosociale, finalizzato dunque al miglioramento delle condizioni di salute - sottolinea il direttore sanitario di Anffas Ostia Onlus, Francesco Cesarino -. Nel corso degli ultimi 15-20 anni, l’esame della letteratura scientifica, lo sviluppo normativo correlato allo welfare sociale, sanitario ed educativo e le pratiche dei servizi, dedicati alle disabilità intellettive ed evolutive, si sono via via indirizzati verso prospettive più decisamente orientate al miglioramento della qualità di vita e dell’inclusione. L’aspirazione a una ‘buona vita’, a una vita di benessere, soddisfazione e felicità, accompagna l’umanità probabilmente sin dalla sua nascita e trova riscontro già nelle teorizzazioni dei più antichi filosofi. È a partire, però, dalla seconda metà del 900 che l’interesse per la qualità di vita (QdV) è divenuto più consistente, grazie soprattutto alla promulgazione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. La qualità della vita è un concetto che non vale solo per le persone non disabili e anzi si è sviluppato negli ultimi anni fino a diventare centrale, anche grazie alla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, trattato internazionale, è bene ricordarlo, ratificato da ben 153 Paesi del mondo, che si prefigge di garantire il rispetto dei diritti umani, delle libertà fondamentali e della dignità delle persone con disabilità e la rimozione delle forme specifiche di discriminazione che le affliggono. La Convenzione impone un nuovo modello di disabilità e pone la necessità che ciascuna persona con disabilità goda di pari opportunità e sia pienamente inclusa nella società, ricollocando la questione nell’ambito dell’universalità di quei diritti fondamentali di cui ognuno di noi è titolare in quanto essere umano. Nell’ambito del movimento per l’affermazione del modello di disabilità basato sui diritti umani la qualità di vita è dunque stata identificata come argomento chiave sul quale concentrare l’attenzione. La QdV ha quindi strettamente a che vedere con la vita delle persone con disabilità e con la garanzia che alle stesse, in quanto cittadini, siano garantiti gli stessi diritti umani di tutti gli altri membri della società”.


“I contenuti formativi e informativi saranno veicolati da formatori e da tutor che fungeranno da modello di comportamento per i ragazzi - afferma l’Assistente Sociale Coordinatrice Patrizia Trivellato, referente per l’Agenzia Lavoro per le persone con disabilità dell’associazione -. Fondamentale sarà sviluppare in loro le capacità di apprendere dagli altri e dai propri errori e il concetto di ‘saper fare’ con ‘responsabilità’. Sarà proprio il saper fare ad accrescere la consapevolezza personale e quindi fiducia e autostima. Quando si lavora con competenza si percepisce il senso del lavoro, la sua importanza, si assume consapevolezza di se stessi, il senso d’utilità sociale e la definizione di sé nel mondo: concetti determinanti nell’autodeterminazione e nell’autorappresentazione personale. La realizzazione dei processi formativi e informativi descritti avrà, quindi, come risultato l’acquisizione di esperienze ed abilità realmente acquisite e concretamente spendibili sul mercato del lavoro, verificate attraverso la somministrazione di griglie valutative  sulla base di indicatori condivisi da parte dell’équipe e tesi ad analizzare sia le competenze professionali specifiche di ciascun partecipante sia proprio le ricadute effettive in termini di QdV personale - aspettative, desideri, autorappresentazione, autodeterminazione, partecipazione, soddisfazione personale, abilità relazionali -. La somministrazione di test e/o griglie valutative sarà a tal fine determinata dai formatori e dall’équipe all’inizio del percorso e al termine di ciascuno dei tre step previsti, valutando nel concreto la possibilità di accedere al corso successivo per il raggiungimento degli obiettivi previsti. Tutto questo per il conseguimento di un reale attestato, immediatamente utilizzabile dai ragazzi nel tessuto lavorativo locale, centrato nel territorio della Città Metropolitana di Roma Capitale particolarmente sul settore commerciale e ricettivo”.

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