lunedì 14 settembre 2015

INTERVISTA ALL'ASSESSORE ALLA LEGALITA' DELLA REGIONE LAZIO

Niente più soldi pubblici a cooperative e associazioni che finanziano la politica. Lo ha deciso il consiglio regionale del Lazio approvando all'unanimità la proposta di legge “Disposizioni a tutela della legalità e della trasparenza nella Regione Lazio” che ha portato la firma anche dell’assessore alla legalità Concettina Ciminiello.

Assessore Ciminiello, questa norma come può sconfiggere l’illegalità?

Il nuovo pacchetto di misure approvate dal Consiglio regionale per la tutela della legalità e della trasparenza, sono un cambiamento epocale per la nostra Regione. Abbiamo stabilito infatti nuovi obblighi e vincoli per tutte quelle società, cooperative, associazioni e fondazioni che finanziano la politica regionale. Da oggi chi sottoscrive più di 5000 euro per un candidato presidente o consigliere sa che non potrà, per tutta la durata della legislatura, partecipare a bandi
e gare regionali. Una trasformazione radicale basata su un principio, per questi tempi rivoluzionario, in base al quale si sostengono le idee e i valori e non i propri interessi personali. A questo si deve aggiungere l’istituzione dell'anagrafe degli eletti e dei nominati che porta il Lazio a un livello di trasparenza, democrazia e partecipazione mai raggiunto prima. Modifiche che stravolgono la filosofia della pubblica amministrazione così come l'abbiamo conosciuta fino a oggi.

Lei ha anche proposto la creazione di una Commissione speciale sulle infiltrazioni mafiose. Quale vantaggi auspica possa dare concretamente?

L'istituzione della Commissione speciale sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nel territorio regionale non è un fatto scontato, ma un fortissimo segnale alle mafie che operano nel Lazio. Un messaggio forte e chiaro: qui non c’è più spazio per il malaffare. La commissione, infatti, ha il compito di analizzare il livello della diffusione e della penetrazione della criminalità organizzata nel nostro territorio, e di monitorare le possibili infiltrazioni nell'attività dell'amministrazione regionale e degli enti sottoposti al suo controllo. Inoltre, viene prevista la presenza organica del Dipartimento investigativo antimafia nell'Osservatorio regionale e l'allargamento a un membro della Direzione distrettuale antimafia. Fatti che rendono l’Osservatorio per la legalità e la sicurezza sempre più efficiente e autorevole.

Cosa possono fare le amministrazioni pubbliche per rendere bandi e appalti inattaccabili?

Il Lazio ha già messo in campo molti provvedimenti che fanno della nostra Regione un’istituzione all'avanguardia per affermare la cultura della legalità in ogni spazio della pubblica amministrazione. In particolare voglio ricordare il protocollo siglato con l'Autorità Anticorruzione, primo esempio in Italia per creare una sinergia importante per controllare e commentare in via preventiva tutte le gare bandite dalla Centrale Acquisti della Regione che oggi è una dei 35 soggetti aggregatori sul territorio nazionale.

Tante cooperative sono finite nell’inchiesta di Mafia Capitale: quale sarà il loro destino se questo progetto di riforma e lotta all’illegalità andrà avanti?

Come ho già detto nel Lazio di Nicola Zingaretti non c’è più spazio per la mafia. Nella nostra Regione non esistono più le condizioni per questi criminali di avvantaggiarsi della cosa pubblica. Non lo dico io ma lo dicono i fatti: in due anni e mezzo di presidenza Zingaretti con oltre 4 miliardi di bandi assegnati, le cooperative legate a Mafia capitale non hanno preso un centesimo.

Qual è secondo lei il modo per punire i “cattivi” e premiare invece quelle cooperative e associazioni che si sono mostrate ‘fuori’ dal sistema Mafia Capitale.

Colgo l’occasione per rinnovare la gratitudine a tutte le Forze dell’ordine e alla magistratura per l’ottimo lavoro che svolgono. Sono loro, che hanno tutta la nostra fiducia, a punire i “cattivi” e lo fanno sempre in modo esemplare. Per quanto ci riguarda abbiamo creato l'albo delle lobby, i cosiddetti portatori di interesse, al fine di garantire la massima trasparenza dei processi decisionali regionali e favorire partecipazione democratica. Offrendo a questi soggetti la prerogativa di presentare al decisore regionale proposte, richieste, suggerimenti, studi, ricerche, analisi e qualsiasi altra iniziativa o comunicazione per perseguire interessi collettivi. E così con una nuova forma di darwinismo sociale, chi opera nell’oscurità viene tenuto fuori dalla vita pubblica, permettendo agli onesti di offrire il proprio contributo alla società.

Qualche settimana fa il procuratore generale Pignatone ha evidenziato come il sistema cooperativo implicato in Mafia Capitale sia egemone, portando l’attenzione su quanto in realtà il sistema cooperativo spesso, a prescindere da comportamenti virtuosi o meno, somigli piuttosto a un sistema di impresa lucrativo. Ritiene opportuno che il Lazio debba dotarsi di una legge regionale che metta degli specifici paletti al sistema cooperativo per consentire a chi ne è fuori di poter operare in un sistema realmente concorrenziale e soprattutto non lucrativo di utilità sociale?

Il problema non sono le cooperative in quanto tali, che per altro offrono spesso contributi importanti e necessari alla società, ma l’illecito, la corruzione e il malaffare. La nostra Regione per contrastare la criminalità e per diffondere una cultura della legalità e della sicurezza si è già dotata di diversi dispositivi. Ne sono un esempio la nuova legge recante "Disposizioni a tutela della legalità e della trasparenza nella Regione Lazio", il protocollo con Anac, o il nuovo piano per il “Patto per Roma Sicura”, per migliorare la sicurezza dei cittadini con una serie di interventi e investimenti: dalle sale operative all’acquisto di attrezzature informatiche, fino al potenziamento del parco auto: 2,4 milioni di euro che rischiavano di andare persi e che sono state recuperate grazie al lavoro portato avanti in collaborazione con la Prefettura di Roma.

La Regione Lazio, proprio sotto la giunta Zingaretti, ha dato un segnale forte di lotta e contrasto alle mafie destinando, attraverso bandi pubblici, diversi stabili della criminalità organizzate ad associazioni. La struttura di via Maccari a San Giorgio ad Acilia affidata ad Anffas Ostia, completamente ristrutturata e restituita alla legalità e alla città (la prima e l’unica nel X Municipio), ne è un esempio. È quello delle strutture confiscate alla mafia uno dei migliori percorsi per vincere questa battaglia di legalità?

La Regione Lazio ha firmato il 10 Marzo 2014, il Protocollo di Intesa per l’uso sociale dei beni sequestrati e confiscati alle mafie, promosso con il contributo fondamentale del Presidente della Terza Sezione Penale del Tribunale di Roma Guglielmo Muntori. Quello della Regione Lazio sta portando avanti è un attacco chiaro e deciso alle organizzazioni mafiose. Per ottenere il risultato che vogliamo e incidere concretamente nei confronti della criminalità organizzata dobbiamo colpire direttamente la capacità di delinquere delle organizzazioni criminali stesse. La gestione dei beni confiscati sotto questo aspetto diventa una delle armi più forti a nostra disposizione per contrastare le attività delle cosche mafiose. Nel Lazio questo tema è particolarmente rilevante perché la nostra Regione vede la presenza fino a primo semestre 2013 di ben 672 beni confiscati e le recenti dichiarazioni del Procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone parlano di un aumento dell’800% dei beni sequestrati nel Lazio.

Proprio la struttura di via Maccari, come raccontano le cronache nazionali legate a Mafia Capitale, era entrata nelle mire del sistema che ha provato a estromettere Anffas Ostia. Come si fa a tutelare queste associazioni?

Assegnare i beni sequestrati alle mafie, restituendoli ai cittadini del Lazio, non è soltanto un atto dal grande valore simbolico, ma è soprattutto un`azione concreta nella lotta alla criminalità organizzata. Spesso il percorso che porta al riutilizzo sociale dei beni confiscati si deve confrontare con le difficoltà di sostenere le spese di ristrutturazione, e quindi aiuteremo le associazioni e le organizzazioni di volontariato e le comunità giovanili, con interventi di riqualificazione di questi immobili. Un gesto importante per restituire alla popolazione la fiducia nelle istituzioni e nella vita democratica delle nostre comunità Siamo consapevoli degli ostacoli che abbiamo davanti, ma il nostro impegno sarà costante, convinti che quella della legalità, sia l’unica strada da percorrere.

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