Lasciata
senza terapia psicologica. E’ quando accade nell’Istituto Comprensivo Parini di
via delle Azzorre. Vittima G.L. studentessa autistica della seconda media che
dall’inizio dell’anno scolastico si trova a non aver più l’assistenza delle
psicologhe dell’Anffas che la seguono. Il motivo? La decisione della preside di
non consentire l’accesso al personale che svolge assistenza agli studenti
autistici.
“Gli
interventi sull'autismo a differenza di altre “patologie” vengono svolti a
scuola - spiegano dall’Anffas che segue da anni la ragazzina - Il motivo è
semplice: gli obiettivi di qualunque intervento su ragazzi con disturbi dello
spettro autistico è favorire la loro integrazione con il resto del gruppo,
evitare l’isolamento e osservare come il ragazzo reagisce all’interno del
gruppo. La procedura prevista da una circolare della Regione Lazio è semplice:
il Tsmree dell’Asl Roma D invia una richiesta scritta sanitaria all’istituto
che può anche negare l’intervento in classe. Cosa però che non avviene mai
poiché la richiesta riguarda casi specifici ed è motivata dalla necessità
specifica di quell’intervento. Mentre tutte le altre scuole hanno risposto
positivamente alle varie richieste arrivate dal Tsmree dell’Asl Roma D, il
dirigente scolastico dell’istituto Parini quest’anno ha detto di no senza dare
alcuna motivazione”.
“In quanto associazione di famiglie ed ente che svolge riabilitazione, il nostro obiettivo è che tutto ciò che venga fatto sia a vantaggio del ragazzo e degli alunni della classe – spiega Stefano Galloni, direttore generale Anffas Ostia Onlus - Noi ci metteremo a fianco delle famiglie nella speranza che quei pochi dirigenti scolastici che ancora non capiscono la differenza tra un progetto educativo e una seduta di fisioterapia possano ravvedersi. La nostra è un'azione di mediazione tra le famiglie e la scuola. La nostra priorità è che l'ambiente scolastico sia sereno per tutti”.
“Fino
all’anno scorso mia figlia – spiega P.O. mamma della studentessa - ha sempre
svolto le terapie comportamentali specifiche per gli autistici con psicologhe
che seguono i bambini a casa e in tutti gli ambiti che frequentano aiutandoli a
integrandosi negli ambienti dove vivono. La preside – prosegue la mamma -
quest’anno ha deciso che le psicologhe non possono entrare a scuola nonostante
il dirigente del Tsmree abbia mandato l’autorizzazione. Ma la preside non gli
avrebbe neanche risposto e non avrebbe comunque consentito l’accesso. Ho
scritto ripetutamente per chiedere chiarimenti ma non ho mai avuto risposta. E
quindi non sappiamo al momento quale sia il motivo di questa decisione visto
che negli anni passati non c’erano stati problemi. A questo punto sarò
costretta a presentare una diffida nei confronti della scuola perché di fatto
sta interferendo con il diritto di mia figlia a proseguire il suo piano
terapeutico”.
Marta Aloisi 'La Provincia'
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