Ha il nome di una dea, i capelli rossi, un foulard rosa e lo
smalto alle unghie. Ha quasi 20 anni Diana e io l’ho incontrata qualche giorno
fa insieme ai suoi genitori presso la sede Anffas di Ostia. Cosa si
nasconde dietro l’acronimo Anffas? L’associazione nazionale famiglie di persone
con disabilità intellettiva e/o relazionale. Solo nel Lazio ci sono diverse
sedi: Roma, che è stata anche la prima sede nazionale dell’Associazione nata 60
anni fa; e poi Ostia, Subiaco e Cisterna di Latina. A breve sarà aperta una
nuova ‘postazione’ a Fiumicino mentre a Fiuggi già è stata attivata una sede
operativa. Solo ad Ostia vengono seguite 450 persone, 35mila in tutta
Italia. Numeri importanti che rendono l’Anffas la più grande associazione
volontaria di famiglie d’Europa.
Una realtà enorme che fa lavorare 140 persone pagate regolarmente e che ogni giorno cerca di rendere più normale la vita delle famiglie e dei ragazzi o bambini anche piccolissimi, addirittura di 35 giorni, con varie forme di disabilità, grazie alle molte professionalità e ai molti progetti che qui vengono realizzati e che li fanno interagire con la natura e gli animali, insegnando loro nuove forme di comunicazione o anche semplicemente ad attraversare la strada, ma anche creando abilità tali da inserirli nel mondo del lavoro: progetti grazie ai quali cinque di loro recentemente hanno trovato un lavoro fisso. Gli specialisti lavorano sia nel centro che si trova sul lungomare di Ostia, sia a casa, facendo attività domiciliare, sia nelle scuole grazie all’attivazione di protocolli firmati con i presidi. E a breve un nuovo progetto partirà con l’Orchestra di Santa Cecilia.
Diana ha quasi 20 anni, quando ne aveva 2 ha smesso di parlare. Autismo, questa la diagnosi, ma da quando ha conosciuto questa realtà la sua vita e quella dei suoi genitori è migliorata: ora va in piscina due volte a settimana, quando con i suoi compagni d’avventura va in campagna coordina i lavori, sa stare al ristorante, ha una passione per lo shopping, per il parrucchiere e per l’estetista, non ama che le persone urlino intorno a lei, ha imparato a dire che è felice, e se volete comunicare con lei ricordate che c’è solo un canale possibile sul quale sintonizzarsi: l’amore!
Una realtà enorme che fa lavorare 140 persone pagate regolarmente e che ogni giorno cerca di rendere più normale la vita delle famiglie e dei ragazzi o bambini anche piccolissimi, addirittura di 35 giorni, con varie forme di disabilità, grazie alle molte professionalità e ai molti progetti che qui vengono realizzati e che li fanno interagire con la natura e gli animali, insegnando loro nuove forme di comunicazione o anche semplicemente ad attraversare la strada, ma anche creando abilità tali da inserirli nel mondo del lavoro: progetti grazie ai quali cinque di loro recentemente hanno trovato un lavoro fisso. Gli specialisti lavorano sia nel centro che si trova sul lungomare di Ostia, sia a casa, facendo attività domiciliare, sia nelle scuole grazie all’attivazione di protocolli firmati con i presidi. E a breve un nuovo progetto partirà con l’Orchestra di Santa Cecilia.
Diana ha quasi 20 anni, quando ne aveva 2 ha smesso di parlare. Autismo, questa la diagnosi, ma da quando ha conosciuto questa realtà la sua vita e quella dei suoi genitori è migliorata: ora va in piscina due volte a settimana, quando con i suoi compagni d’avventura va in campagna coordina i lavori, sa stare al ristorante, ha una passione per lo shopping, per il parrucchiere e per l’estetista, non ama che le persone urlino intorno a lei, ha imparato a dire che è felice, e se volete comunicare con lei ricordate che c’è solo un canale possibile sul quale sintonizzarsi: l’amore!
di Angela Iantosca
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